Ingredienti
Per l’impasto:
3 chili di farina bianca
1 chilo di zucchero
500 gr. di strutto
8 uova
60 gr. di ammoniaca
1 tazza di latte tiepido
Per il ripieno:
1 chilo di fichi secchi macinati
2 stecche di cannella
una manciata di chiodi di garofano
10 cucchiai di zucchero
100 gr. di noci
1 l. di vin cotto
1 barretta di cioccolata fondente
Per il vin cotto:
10 chili di fichi d’India
acqua
Preparazione
La preparazione di questi biscotti è
abbastanza lunga e procede per fasi.
Per prima cosa bisogna preparare il vin
cotto, questa operazione va fatta prima: Mettete una notevole quantità di
fichi d’India (10 chili circa), sbucciati, ben puliti e liberi da spine, a
cuocere in una pentola ben capiente con molta acqua per lungo tempo, girando
spesso, fino a rendere il tutto una poltiglia.
Versatela, ancora calda, in un telo di lino
a trama fittissima, per filtrare il succo. Chiudete il telo e strizzate
energicamente. Raccogliete il succo in una pentola e mettetelo di nuovo a
cuocere per un paio d’ore fino all'ebollizione, fatelo restringere in
modo da rendere il preparato denso e scuro. Mescolate con un cucchiaio di
legno. L'operazione di cottura potrebbe richiedere alcune ore!
Da circa 10 chili di fichi d’India si può
ottenere circa 1 litro, un litro e mezzo di vin cotto. Imbottigliatelo e
chiudete ermeticamente. Questo preparato dolciastro, che ricorda nel colore il
vino (ecco perché questo nome) viene utilizzato per i dolci della tradizione
natalizia, soprattutto nel sud, ed è la caratteristica principale di questi
tipici biscotti natalizi.
Per preparare il ripieno, macinate
finemente i fichi secchi, le noci, la cannella e i chiodi di garofano, unite lo
zucchero e il vin cotto. Girate bene fino ad amalgamare il tutto ed ottenere un
composto denso ed appiccicoso.
A parte tagliate il cioccolato a scaglie
(questa è una mia aggiunta, una variante alla ricetta tradizionale)
Impastate adesso gli ingredienti per la
torta, iniziando con lo sciogliere l’ammoniaca in una ciotola con un po’ di
latte tiepido. Stendete la pasta col mattarello e ricavatene tante strisce
larghe circa 5/6 cm. Spalmate al centro un po’ del ripieno al vin cotto per
tutta la lunghezza (e a vostro piacimento, le scaglie di cioccolato. Io non
l’ho messo in tutti i biscotti). Bagnate i bordi della pasta con un po’ di
acqua tiepida (in modo che aderisca e chiuda bene) e richiudete il tutto
cercando di formare un cilindro o un “salsicciotto”. Adesso tagliate con un
coltello dei biscotti di circa 8 cm (io li ho tagliati anche a 4 cm, così da
averne di due forme diverse).
I biscotti sono pronti per essere
infornati! Io li ho fatti a casa della nonna quindi li ho cotti nel vecchio
forno a legna di famiglia, una cottura rapida a forno ben caldo! Nel forno a
gas infornate per mezz’ora circa a 200° C, controllate spesso però, e
regolatevi guardando i bordi, appena si dorano sono pronto, passate al grill
per colorarli anche sopra e sfornate.
Lasciate raffreddare e spolverate con lo
zucchero a velo prima di servire!
Questi sono i biscotti tipici del paese
dei miei genitori che non possono mancare a Natale. In ogni casa, nel periodo
delle feste, si preparano in abbondanza per essere consumati in famiglia o
regalarli agli amici. Sono i biscotti preparava la nonna (la ricordo ancora
come piccolina la osservavo estasiata) e che, da qualche anno, prepariamo
insieme con grande emozione! E' bello scoprire l'Italia attraverso le ricette e
la cucina tradizionale...
Un piccolo paesino, Alcara li Fusi (in
provincia di Messina), ricco di storia e di tradizioni la cui origine va
indietro nel tempo fino ad intrecciarsi con la distruzione di Troia e alla fuga
di Enea. Infatti, secondo una vecchia leggenda, il nucleo originario del paese
fu fondato da Patron Turio, amico e compagno di viaggio di Enea in fuga.
Durante il loro viaggio, essi fecero tappa lungo la costa e Patron Turio,
risalendo la vallata vide questo posto, ricco di acqua e verdeggiante, e decise
così di fermarsi qui fondando il primo insediamento. Ancora oggi sorge, su una
roccia, il Castel Turio (simbolo del paese), una piccola torretta di
avvistamento a pianta quadrangolare, resto di un più grande castello andato
distrutto. Il castello sorge nella parte più antica del paese, nel quartiere
detto Motta. Al castello si collega il nome arabo del paese Akaret (“fortezza”)
o Al-qarah (“quartiere”), legato probabilmente agli insediamenti saraceni che
conquistarono questo territorio.
Il primo vero riferimento storico
dell'esistenza di Alcara è dato da un documento (in lingua greca) datato
1096, grazie ad un diploma del Conte Ruggero che indica Alcara, come possesso
del vescovo di Messina. Il nome divenne in seguito “Alcara Valdemone” (per la
sua appartenenza alla suddivisione amministrativa della Val Demone) e poi,
nell’Ottocento, Alcara “(di) Li Fusi” in quanto qui era attiva una ricca
industria produzione dei fusi, attrezzo usato per la filatura.
Tra le feste più importanti per Alcara c’è
quella del Muzzuni, la festa pagana più antica d’Italia! Celebrata il 24
giugno, giorno di san Giovanni Battista, mescola ai riti cristiani quelli pagani
di fertilità… Curiosi?? Presto vi racconterò meglio… ;-)
Con questa ricetta partecipo al contest Geografia in tavola
Con questa ricetta partecipo al contest Geografia in tavola
Ma sembrano quelli che noi chiamiamo Buccellati!!! Mi sa che molte ricette tipiche di paese sono tipiche in altri con altri nomi :-) Sempre Sicilia, comunque è!! :-)
RispondiEliminaGrazie tante per la tua ricetta e le tue foto fantastiche degli scorci, ricorda che puoi partecipare con altre ricette ;-)
Si cara Danita, le ricette si ritrovano sempre con altri nomi e piccole varianti in altri posti... così come accade con questi "parenti" dei Buccellati! :-) Con questa ricetta ti faccio scoprire un angolo della mia vita in cui ho vissuto fino a qualche anno fa.... per le altre ricette mi sto attrezzando ;-) baci
RispondiElimina