Oggi
vi presento una collaborazione speciale con l’azienda agricola Isgrò di Furnari (situata nel golfo del Tindari
vicino Messina) a carattere zootecnico e lattiero
L’azienda
alleva direttamente sul posto, in pascoli estensivi e spontanei, il gregge (pecore
camisane e capre maltesi) per la produzione del latte e dei suoi derivati.
Tutti i prodotti sono venduti in azienda, direttamente dal produttore al
consumatore con un grande vantaggio nel rapporto qualità/prezzo.
Una
realtà locale che si distingue per essere PRESIDIO SLOW FOOD (questi presidi
sono progetti che tutelano piccole produzioni di qualità da salvaguardare,
realizzate secondo pratiche tradizionali) per la produzione del “Maiorchino” ed
è stato ospite al Salone del Gusto di Torino nel 2010, ha partecipato alla
trasmissione di Geo&Geo condotta da Massimiliano Ossini ed è stata
recentemente intervistata da Paolo Massobrio per il suo Il Golosario, la guida alle mille e più cose buone d’Italia (in cui
seleziona attentamente ogni anno i migliori artigiani del patrimonio enogastronomico
nazionale, vedi qui).
Lo
conoscete il MAIORCHINO?
Il “Maiorchino” è un formaggio a pasta dura di color giallo
paglierino, di consistenza compatta e dal sapore deciso, tendente al piccante
se di stagionatura più lunga. Una forma può pesare 10/12 chili. E’ un formaggio
tipico siciliano prodotto sin dal ‘600 in alcuni comuni del messinese – più
precisamente nella zona nord dei monti Peloritani - la cui produzione è stata
rispolverata dall’azienda Isgrò che lo produce rispettando le antiche
tradizioni tramandate da padre in figlio. La produzione di questo formaggio è
lunga, servono circa otto mesi di lavorazione segnati da una serie di gesti
quotidiani. Ed è soprattutto questa cura e attenzione giornaliera, rimasta
inalterata nel tempo e accompagnata dalla pazienza e dall’amore per le cose
genuine, che danno al “Maiorchino” un gusto unico ed inimitabile con la
certezza di mangiare un formaggio di grande sapore e qualità. Il formaggio
viene prodotto facendo coagulare il latte con il caglio di agnello e/o
capretto. Dopo aver alzato la temperatura, avviene la rottura della cagliatura
e si raccoglie tutto in un'unica massa all'interno delle fascere. Si procede
bucherellando la pasta con un'asta di legno per far fuoriuscire il siero. Il
giorno dopo il "Maiorchino" viene tolto dalla forma e posto a
stagionare su ripiani di legno. Dopo altri due giorni le forme vengono salate
con sale marino grosso per circa 20/30 giorni. Durante i primi due mesi il
formaggio viene pulito, strofinato e rivoltato ogni giorno, dal terzo mese
viene trattato con olio d'oliva. Per un buon "Maiorchino" ci voglio
otto mesi di stagionatura! Domenico sottolinea che "il metodo di produzione e
trasformazione del "Maiorchino" è ancora bucolico, arcaico e, ai
criteri produttivi che i nostri antenati ci hanno tramandato, abbiamo aggiunto
il rispetto per il benessere dell'animale e la grande attenzione all'igiene in
tutte le fasi della produzione e consumazione"
Sicuramente
il Maiorchino è il fiore all’occhiello dell’azienda Isgrò a cui si aggiunge,
però, un’ampia gamma di altri prodotti:
- ricotta fresca, ottenuta seguendo
la lavorazione tradizionale dalle proteine del siero del latte (cioè la parte
liquida) che si separa dalla cagliatura durante la caseificazione;
- ricotta infornata, prodotto
tipico siciliano;
- pecorino primosale,
ottenuto dopo circa un mese della salatura della tuma;
- pecorino stagionato,
formaggio a pasta dura, prodotto dopo quattro mesi di stagionatura;
- marmellate e confetture di
arance, pere, fichi, more selvatiche, cipolle, ecc.;
- olio extravergine d’oliva
Mi piace lo slogan dell'azienda "Scegli il buono, scegli il sano ... scegli il siciliano"!
Andate a scoprire di più sul loro sito.
complimenti,vado a dare una sbirciatina:)
RispondiEliminaGrazie Tina, vai a vedere... sono dei prodotti davvero buoni!
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