28 settembre 2011

CAPONATA SICILIANA

Ingredienti

4 melenzane
4 peperoni (di diverso colore)
2 cipolle
1 gambo di sedano
150 gr. di olive nere e verdi
3 cucchiai di pinoli
3 cucchiai di capperi
3 cucchiai di uvetta
foglie di menta
50 gr. di zucchero
½ bicchiere di aceto
sale
pepe
olio evo

Preparazione

Iniziate lavando tutte le verdure. Tagliate le melenzane a cubetti (con tutta la buccia) e mettetele in uno scolapasta con il sale per far scolare l’acqua amara, per circa un’oretta.
Tagliate i ‘peperoni a striscioline, il sedano a listarelle, affettate le cipolle e tagliate a metà le olive.
Soffriggete separatamente in abbondante olio le melenzane, i peperoni, il sedano e le cipolle. Mettete tutto ad asciugare su carta da cucina o fate scolare l’olio in uno scolapasta.
Unite tutte le verdure in un tegame ben capiente e unite i capperi, le olive i pinoli e l’uvetta; girate e aggiungete qualche cucchiaio di salsa. Lasciate cuocere a fuoco basso.
A parte, in un pentolino, preparate l’agrodolce: fate riscaldare l’aceto e sciogliete lo zucchero. Versate il composto sulle verdure, aggiustate di sale, aggiungete poco di pepe e delle foglioline di menta.
La caponata è pronta… lasciate raffreddare e poi servite come antipasto o piatto unico o contorno! E' buona con le fette di pane tostate!!! Decidete voi….

P.S. se non consumate tutta la caponata, potete conservarla in frigo per qualche giorno in un contenitore di vetro ben chiuso o protetto con la pellicola trasparente.

Potete conservare la caponata, anche nei vasetti di vetro, sterilizzati a bagnomaria prima vuoti e poi pieni facendoli cuocere per circa mezz’ora. Si mantiene per qualche mese e potete tenerla in dispensa…



In Montalbano, il commissario sui generis, «maturo, sperto, omo di ciriveddro e d'intuito», scaturito  dalla penna di Andrea Camilleri, è sempre forte il legame con la terra e il cibo, le sue indagini hanno, infatti, come sfondo le bellezze paesaggistiche e culinarie della Sicilia, terra di Camilleri (e mia) che attraverso Montalbano non manca mai di sottolinearne il connubio d’amore.
Per Montalbano il cibo è quasi oggetto del desiderio…nelle sue descrizioni, infatti, i sapori e profumi dei piatti cucinati sapientemente dalla “cammarera” Adelina, sono in grado di destare tutti i sensi…


"Appena aperto il frigorifero, la vide. La caponatina ! Sciavuròsa, colorita, abbondante, riempiva un piatto funnùto, una porzione per almeno quattro pirsone. Erano mesi che la cammarera Adelina non gliela faceva trovare. Il pane, nel sacco di plastica, era fresco, accattato nella matinata. Naturali, spontanee, gli acchianarono in bocca le note della marcia trionfale dell’Aida. Canticchiandole, raprì la porta-finestra doppo avere addrumato la luce della verandina. Sì, la notte era frisca, ma avrebbe consentito la mangiata all’aperto. Conzò il tavolinetto, portò fora il piatto, il vino, il pane e s'assittò." (Andrea Camilleri, La gita a Tindari, Palermo, Sellerio editore, 2000, pp. 291, pag. 219).

TRAMA

Una nuova indagine per il commissario Salvo Montalbano!
La città di Vigata viene scossa da due eventi, apparentemente scollegati tra loro, che sono avvenuti nello stesso palazzo: lo sciupa femmine Nenè Sanfilippo ucciso davanti al portone di casa e la scomparsa misteriosa dei coniugi Griffo, schivi e abituati a stare in casa, scomparsi durante una gita a Tindari (santuario della madonna nera in provincia di Messina).
Sarà Beatrice, o meglio Beba (la bella giovane che conquisterà il vice commissario Mimì Augello) a fornire al commissario Montalbano il primo indizio per portare aventi l’indagine. Beba faceva da accompagnatrice e venditrice di pentole durante queste gite e ricorda che l’autista aveva scattato delle foto ricordo, nelle quali il commissario nota i coniugi Griffo seduti in fondo al pullman,  nell’ultima fila, in disparte, intimoriti da un’auto che sembra seguire il pullman…I coniugi verranno ritrovati qualche giorno dopo uccisi in una sperduta campagna con una modalità che farebbe pensare proprio ad una esecuzione mafiosa!
Sarà prezioso l’aiuto fornito questa volta non dai soliti Mimì e Fazio ma da Catarella, l’addetto al centralino del commissariato famoso per il suo idioma a dir poco originale, che si rivela essere, inaspettatamente, un esperto informatico. A lui Montalbano affida il computer del defunto Nenè Sanfilippo per analizzarlo. Si scoprirà, con grande imbarazzo di Catarella, che il computer contiene una serie di foto pornografiche, “dischetti vastasi”, le avventure di Sanfilippo con una certa Vania, la moglie romena di un famoso chirurgo, specialista nei trapianti…
Cominciano così a delinearsi i contorni di una vicenda tortuosa che come sempre il commissario riuscirà a risolvere, con una serie di colpi di scena che non vi svelerò per non togliervi il gusto della lettura!  

Con questa ricetta partecipo al contest "Autori in pentola

al contest "Cuochi da biblioteca"
e al "Contest alla Norma"






2 commenti:

  1. Ma quanto è buona la caponata! E quanto amo Camilleri e il suo Montalbano! Grazie tanto per la tua partecipazione al mio contest. Inserisco subito la ricetta!
    buona serata
    Anna

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  2. Ciao graziee mille per la ricetta!!per partecipare dovresti postare la ricetta anche nel forum di giallozafferano..se non sei iscritta ti aiuto volentieri..ciao buona serata

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